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IL FLASH - R. Petrazzuolo: "Sarri-Juve, nessun bluff, è accaduto davvero"
18.06.2019 21:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - In un caldo primo pomeriggio domenicale viene data l’ufficialità del trasferimento di Maurizio Sarri alla Juventus. L'annuncio si diffonde in un baleno, la perplessità, la delusione, l’amarezza traspaiono sui visi di tantissimi tifosi azzurri in giro per Napoli, dai vicoli della città alle spiagge del litorale campano. C’è chi scrolla il capo, chi non se ne capacita. La notizia era nell'aria da un po' di giorni, ma fino alla fine in tanti hanno sperato fosse solo un bluff. Invece è accaduto davvero. Il calcio è passione, inevitabile la delusione dei napoletani per tale scelta da parte di Sarri che nel triennio azzurro si è fatto portavoce della napoletanità, ben oltre il terreno di gioco. Inutile dire che si tratta di una scelta professionale non sindacabile, perché è un discorso che ci può stare se con distaccata professionalità l’allenatore avesse trascorso i tre anni sulla panchina del Napoli da mero impiegato senza lasciarsi coinvolgere dal modus vivendi partenopeo, senza parlare di ‘presa del Palazzo’. Il punto è che Sarri si è fatto portavoce di certe battaglie, i napoletani difficilmente lo perdoneranno, perchè a Napoli il calcio non è solo uno sport e basta, e lottare per provare a vincere acquista anche un valore simbolico, politico e sociale. Il triennio partenopeo di Sarri ha entusiasmato la piazza e incantato per il bel gioco, si è creato un feeling particolarissimo e raro tra l’allenatore e la tifoseria e di conseguenza, la scelta di tornare in Italia, dopo la stagione al Chelsea, per allenare proprio la Juventus che è l’antagonista principale del Napoli in campionato, non è pensabile possa scivolare addosso ai tifosi azzurri con atarassico distacco. Di fatto, ogni domenica mister Sarri scenderà in campo da avversario e lotterà con tutte le sue forze per conquistare quello che per la Juve è il ‘minimo sindacale’ della stagione, ovvero la vittoria dello scudetto. In una recente intervista a Vanity Fair, Sarri ha ribadito di provare amore per i napoletani e di aver scelto l’estero l’anno scorso proprio per non andare in una squadra italiana ma che poi la professione può portare ad altri percorsi e secondo lui questo non cambierà il suo rapporto con i tifosi azzurri. “Fedeltà è dare il 110% nel momento in cui ci sei. Che vuol dire essere fedele? E se un giorno la società ti manda via? Che fai: resti fedele a una moglie da cui hai divorziato?", ha affermato Sarri nell’intervista rilasciata alcuni giorni prima che venisse ufficializzato il suo trasferimento alla Juventus. A voler, seppure con fatica, seguire tale ragionamento del mister senza farne una questione di fedeltà e di tradimento, ora mi chiedo: e come la mettiamo con la coerenza?

 

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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IL FLASH - R. Petrazzuolo: "Sarri-Juve, nessun bluff, è accaduto davvero"

di Napoli Magazine

18/06/2024 - 21:00

NAPOLI - In un caldo primo pomeriggio domenicale viene data l’ufficialità del trasferimento di Maurizio Sarri alla Juventus. L'annuncio si diffonde in un baleno, la perplessità, la delusione, l’amarezza traspaiono sui visi di tantissimi tifosi azzurri in giro per Napoli, dai vicoli della città alle spiagge del litorale campano. C’è chi scrolla il capo, chi non se ne capacita. La notizia era nell'aria da un po' di giorni, ma fino alla fine in tanti hanno sperato fosse solo un bluff. Invece è accaduto davvero. Il calcio è passione, inevitabile la delusione dei napoletani per tale scelta da parte di Sarri che nel triennio azzurro si è fatto portavoce della napoletanità, ben oltre il terreno di gioco. Inutile dire che si tratta di una scelta professionale non sindacabile, perché è un discorso che ci può stare se con distaccata professionalità l’allenatore avesse trascorso i tre anni sulla panchina del Napoli da mero impiegato senza lasciarsi coinvolgere dal modus vivendi partenopeo, senza parlare di ‘presa del Palazzo’. Il punto è che Sarri si è fatto portavoce di certe battaglie, i napoletani difficilmente lo perdoneranno, perchè a Napoli il calcio non è solo uno sport e basta, e lottare per provare a vincere acquista anche un valore simbolico, politico e sociale. Il triennio partenopeo di Sarri ha entusiasmato la piazza e incantato per il bel gioco, si è creato un feeling particolarissimo e raro tra l’allenatore e la tifoseria e di conseguenza, la scelta di tornare in Italia, dopo la stagione al Chelsea, per allenare proprio la Juventus che è l’antagonista principale del Napoli in campionato, non è pensabile possa scivolare addosso ai tifosi azzurri con atarassico distacco. Di fatto, ogni domenica mister Sarri scenderà in campo da avversario e lotterà con tutte le sue forze per conquistare quello che per la Juve è il ‘minimo sindacale’ della stagione, ovvero la vittoria dello scudetto. In una recente intervista a Vanity Fair, Sarri ha ribadito di provare amore per i napoletani e di aver scelto l’estero l’anno scorso proprio per non andare in una squadra italiana ma che poi la professione può portare ad altri percorsi e secondo lui questo non cambierà il suo rapporto con i tifosi azzurri. “Fedeltà è dare il 110% nel momento in cui ci sei. Che vuol dire essere fedele? E se un giorno la società ti manda via? Che fai: resti fedele a una moglie da cui hai divorziato?", ha affermato Sarri nell’intervista rilasciata alcuni giorni prima che venisse ufficializzato il suo trasferimento alla Juventus. A voler, seppure con fatica, seguire tale ragionamento del mister senza farne una questione di fedeltà e di tradimento, ora mi chiedo: e come la mettiamo con la coerenza?

 

 

Rosa Petrazzuolo

 

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