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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, ancora un mese di agonia per porre fine a questo strazio"
21.04.2024 23:59 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il Napoli non c'è, anzi, in questa stagione post scudetto non c'è mai stato veramente con la testa, con le gambe e con il cuore. Manca organizzazione, voglia di vincere, e più semplicemente finanche il piacere di giocarsi una partita. Senza rispetto verso i tifosi, ma neanche verso se stessi e i lauti stipendi regolarmente percepiti, la squadra (unitamente al terzo allenatore stagionale) continua a disonorare il tricolore cucito sul petto, e poco sembra importargliene dato che puntualmente sul terreno di gioco si presentano dei tesserati del club che nulla hanno a che vedere con il gioco del calcio. Sembra quasi che gli undici prescelti, di volta in volta, vadano a pascolare sul rettangolo verde più per timbrare il cartellino, perchè il contratto firmato glielo impone, piuttosto che per divertirsi dovendo in fin dei conti giocare a pallone. Le responsabilità date a De Laurentiis, di questa stagione sconcertante e disastrosa, gli sono state già attribuite da tempo, con il patron che si è anche assunto pubblicamente le sue colpe, mentre il team prosegue con una supponenza inaudita a voltare le spalle sia al proprio datore di lavoro che al pubblico. Il giocattolo è stato distrutto, in pochi mesi, nel peggiore dei modi e a nessuno sembra interessare più di tanto, se non ai tifosi che seguono la squadra ovunque, sia in casa che in trasferta, oltre che in tv (pagando tra l'altro costosissimi abbonamenti). Inutile soffermarsi sulla mancata reazione dopo il gol al rallenty di Cerri, incassato appena al 4° minuto di gioco, con Natan non all'altezza del ruolo occupato (essendo risultato assente sui lenti ma efficaci inserimenti di Fazzini e Gyasi), per non parlare di Di Lorenzo sempre più svagato, o dei due centrali di difesa Ostigard e Juan Jesus allo sbando, con l'inerme Meret ancorato alla sua area piccola, senza dimenticare Mazzocchi tenuto in panchina per uno stato influenzale certamente non drammatico (se poi si è rivelato il meno imbarazzante del reparto arretrato nel secondo tempo), il tutto mentre Lobotka e Zielinski giravano a vuoto, Anguissa (solo davanti a Caprile) passava la palla a un Osimhen polemico sul nulla e fuori fase, con Politano sempre volenteroso seppur meno preciso del solito, ma comunque generoso al pari di Kvaratskhelia (che non andrebbe mai sostituito). Impalpabili i contributi di Ngonge e Raspa, senza sorvolare sul concetto che nei panni di Simeone faticherei a capire ancora ora l'utilità di entrare all'88° minuto. Pure Calzona, insomma, non mostra un briciolo di gioco, con i calciatori che in effetti non danno la sensazione di seguirlo più di tanto. In estrema sintesi: resta ancora un mese di agonia e finalmente si potrà porre fine a questo strazio, strappando il foglio del campionato 2023/2024 dall'album dei ricordi della storia del Napoli, perchè davvero non se ne può più.

 

Antonio Petrazzuolo

Napoli Magazine
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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NAPOLI - Il Napoli non c'è, anzi, in questa stagione post scudetto non c'è mai stato veramente con la testa, con le gambe e con il cuore. Manca organizzazione, voglia di vincere, e più semplicemente finanche il piacere di giocarsi una partita. Senza rispetto verso i tifosi, ma neanche verso se stessi e i lauti stipendi regolarmente percepiti, la squadra (unitamente al terzo allenatore stagionale) continua a disonorare il tricolore cucito sul petto, e poco sembra importargliene dato che puntualmente sul terreno di gioco si presentano dei tesserati del club che nulla hanno a che vedere con il gioco del calcio. Sembra quasi che gli undici prescelti, di volta in volta, vadano a pascolare sul rettangolo verde più per timbrare il cartellino, perchè il contratto firmato glielo impone, piuttosto che per divertirsi dovendo in fin dei conti giocare a pallone. Le responsabilità date a De Laurentiis, di questa stagione sconcertante e disastrosa, gli sono state già attribuite da tempo, con il patron che si è anche assunto pubblicamente le sue colpe, mentre il team prosegue con una supponenza inaudita a voltare le spalle sia al proprio datore di lavoro che al pubblico. Il giocattolo è stato distrutto, in pochi mesi, nel peggiore dei modi e a nessuno sembra interessare più di tanto, se non ai tifosi che seguono la squadra ovunque, sia in casa che in trasferta, oltre che in tv (pagando tra l'altro costosissimi abbonamenti). Inutile soffermarsi sulla mancata reazione dopo il gol al rallenty di Cerri, incassato appena al 4° minuto di gioco, con Natan non all'altezza del ruolo occupato (essendo risultato assente sui lenti ma efficaci inserimenti di Fazzini e Gyasi), per non parlare di Di Lorenzo sempre più svagato, o dei due centrali di difesa Ostigard e Juan Jesus allo sbando, con l'inerme Meret ancorato alla sua area piccola, senza dimenticare Mazzocchi tenuto in panchina per uno stato influenzale certamente non drammatico (se poi si è rivelato il meno imbarazzante del reparto arretrato nel secondo tempo), il tutto mentre Lobotka e Zielinski giravano a vuoto, Anguissa (solo davanti a Caprile) passava la palla a un Osimhen polemico sul nulla e fuori fase, con Politano sempre volenteroso seppur meno preciso del solito, ma comunque generoso al pari di Kvaratskhelia (che non andrebbe mai sostituito). Impalpabili i contributi di Ngonge e Raspa, senza sorvolare sul concetto che nei panni di Simeone faticherei a capire ancora ora l'utilità di entrare all'88° minuto. Pure Calzona, insomma, non mostra un briciolo di gioco, con i calciatori che in effetti non danno la sensazione di seguirlo più di tanto. In estrema sintesi: resta ancora un mese di agonia e finalmente si potrà porre fine a questo strazio, strappando il foglio del campionato 2023/2024 dall'album dei ricordi della storia del Napoli, perchè davvero non se ne può più.

 

Antonio Petrazzuolo

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