NAPOLI - Mauro Meluso, d.s. del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a DAZN dopo la sconfitta contro l’Atalanta. Ecco quanto evidenziato da “Napoli Magazine”: “Non è il momento di fare consuntivi, ci sono altre 8 partite da onorare, per rispetto della nostra gente, ci dispiace molto per questa sconfitta così pesante davanti ai nostri tifosi. La squadra deve continuare a giocare per l’obiettivo che ci diamo settimanalmente, tante discussioni che si fanno oggi noi all’interno dobbiamo posticiparle in altri momenti. Il coro dei tifosi ‘andate a lavorare’? Fa male soprattutto alla squadra, allo staff, a tutti perché pensavamo che quest’annata potesse prendere una piega differente, si è sbagliato qualcosa ma non è il momento di fare un ragionamento conclusivo, ci auguriamo che la squadra ritrovi da subito brillantezza, credo sia mancata quella, venivamo dalla sosta per le nazionali, non abbiamo dato continuità alla gara fatta contro l’Inter che è stata positiva con un pareggio che ci aveva accontentato sul piano della determinazione e del gioco, determinazione smarrita nel primo tempo oggi e il primo gol preso è stato determinante, la sconfitta è meritata, non posso accampare scuse. Il gol preso al 45’ ci ha un po’ psicologicamente tagliato le gambe. Bisogna ritornare ad avere un morale alto, cattiveria agonistica, sono venuto a parlare in sostituzione dei calciatori per averli un po’ fuori, non penso abbiano perso le motivazioni, la tifoseria fa sentire giustamente il disappunto dopo una sconfitta così ma anche molto affetto e passione. Abbiamo fatto un percorso con Calzona, anche sotto il profilo del miglioramento del gioco e dei risultati e speravamo di fare un filotto di partite positive, non dico di vittorie, ma di continuità di prestazione, il primo tempo ci ha lasciato un po’ perplessi. Zielinski perché tenuto in panchina? Bisogna andare oltre le consuetudini, con Zielinski non abbiamo avuto alcun tipo di atteggiamento ritorsivo o di andare contro le sue volontà, sotto il profilo dell’impiego, oggi ha giocato, il discorso che facciamo col mister, è che la stella polare deve essere la meritocrazia, abbiamo sempre dato ampia libertà”,