A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’avvocato Domenico La Marca. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Come giudica il successo del Napoli contro la Juventus?
“È un successo molto importante quello ottenuto dal Napoli contro la Juventus. Non solo per il risultato, ma perché è una vittoria pienamente meritata: gli azzurri hanno dominato per larghi tratti della gara, mentre la Juventus ha centrato lo specchio solo con la rete di Yildiz e con il tiro finale di Zhegrova. Il Napoli ha offerto una prestazione di grande intensità, vincendo la maggior parte dei duelli e mantenendo costantemente il controllo dell’inerzia del match. Dall’altra parte, le scelte iniziali della Juventus non hanno convinto: l’idea di rinunciare a una vera punta, nel tentativo di ottenere maggiore controllo del centrocampo e imprevedibilità offensiva, non ha prodotto gli effetti sperati. C’è poi un aspetto tattico che ha inciso molto: Neres si è trovato spesso nell’uno contro uno con Koopmeiners, una situazione che ha favorito il Napoli perché il centrocampista olandese non ha le caratteristiche fisiche per contenere l’esplosività del brasiliano. Da sottolineare anche l’ottima prova di Elmas, che ancora una volta si dimostra un uomo squadra: adattato in un ruolo non propriamente suo, è comunque riuscito a garantire equilibrio e qualità, mantenendosi all’altezza di uno specialista come Lobotka”.
In che modo la crescita tattica di Hojlund, confermata anche nella prestazione contro la Juventus, sta influenzando il rendimento della squadra?
“Hojlund ha fornito una prestazione di livello assoluto. Realizzare una doppietta contro la Juventus rappresenta sempre un risultato di grande rilevanza, ancor più considerando che è valsa tre punti determinanti e la conferma del primato in classifica. Colpisce la rapidità con cui si è integrato nel nuovo contesto, riuscendo a sostituire un giocatore come Lukaku nonostante le differenti caratteristiche tecniche, dal momento che il danese predilige maggiormente l’attacco della profondità. Nel giro di pochi mesi ha evidenziato un netto miglioramento nel gioco spalle alla porta e sta mostrando una crescita tattica significativa. È passato dall’essere lanciato negli spazi da un rifinitore come De Bruyne a ricoprire il ruolo di punto di riferimento in un tridente che si affida anche alla sua capacità di proteggere il pallone e dare continuità alla manovra. Si sta inoltre distinguendo per l’attitudine al lavoro collettivo, come confermano gli assist nelle gare contro Atalanta e Roma. Anche contro la Juventus, il suo ripiegamento difensivo nei minuti conclusivi testimonia la sua generosità e il suo spiccato senso di responsabilità”.
Che si sfida si aspetta in Champions con il Benfica?
“Quella contro il Benfica sarà, a tutti gli effetti, una sorta di finale. La squadra portoghese si gioca le ultime possibilità per restare in corsa verso i playoff e arriva dalla prima vittoria in Champions League dopo quattro sconfitte consecutive. Va inoltre sottolineato che in panchina c’è una figura di grande esperienza e ben nota al nostro calcio come José Mourinho. Nonostante il momento particolare, testimoniato dal cambio di guida tecnica, il Benfica resta una formazione di spessore. Ci sono diversi elementi di valore, tra cui: Pavlidis, giocatore molto interessante; Ríos, profilo di qualità in forte crescita; e Sudakov, talento più volte accostato al Napoli ai tempi dello Shakhtar, autore del gol che ha firmato il pareggio nel derby contro lo Sporting. Per il Napoli sarà una sfida complessa. Sarà fondamentale capire quanto la squadra avrà recuperato energie dopo la vittoria contro la Juventus, perché si prospetta una partita in cui intensità, ritmo e attenzione ai dettagli faranno la differenza”.
Quali sono i principali meriti di Conte nell’essere riuscito a rilanciare il Napoli?
“Nelle situazioni di difficoltà Conte dimostra costantemente la capacità di uscirne rafforzato: è uno dei suoi principali meriti. Dopo la partita di Bologna e con un ciclo estremamente impegnativo composto da Atalanta, Roma e Juventus, il tecnico è riuscito a ottenere tre vittorie pienamente meritate, riportando il Napoli al vertice della classifica. Questo risultato è ancor più rilevante se si considerano i numerosi infortuni che hanno colpito la squadra. L’assenza di Lobotka, in particolare, rappresentava un ostacolo significativo nella preparazione della sfida contro la Juventus; nonostante ciò, la squadra ha fornito una prestazione di alto livello, conquistando un successo di grande valore. È doveroso riconoscere i meriti di Conte, che già dalla scorsa stagione ha evidenziato una notevole capacità di adattamento, modellando la squadra in base alle necessità e riuscendo a ottenere costantemente il massimo dai propri giocatori. Dopo la gara di Bologna, il Napoli ha mostrato un’identità più aggressiva, un pressing alto e una maggiore capacità di creare occasioni, accompagnate da un’eccellente solidità difensiva”.
Che risposta ha dato la Juventus nella partita di Napoli riguardo alle proprie reali ambizioni?
“Era una partita utile per valutare le reali ambizioni di questa Juventus, attesa — dopo la sconfitta di Napoli — dalle sfide con Bologna e Roma. Le scelte iniziali, prive di un vero punto di riferimento offensivo e basate sulla coppia Yildiz–Conceição per aggiungere imprevedibilità e aumentare il possesso palla allo scopo di limitare l’intensità del Napoli, non hanno prodotto gli effetti desiderati. La decisione di lasciare in panchina due giocatori come David e Openda, che con l’assenza di Vlahovic avrebbero potuto sostituire il serbo fin dal primo minuto — soprattutto il canadese, reduce da una buona prova in Coppa Italia contro l’Udinese — si è rivelata quantomeno sorprendente. Nella ripresa, con l’ingresso di una punta di ruolo e complice un fisiologico calo del ritmo avversario, la Juventus è riuscita a trovare il pareggio in ripartenza. Dopo l’1-1 sembrava che l’inerzia potesse nuovamente girare, anche grazie a un Yildiz particolarmente incisivo fino al momento della sostituzione. Ma proprio nel finale è riemerso il Napoli, bravo a portarsi a casa la vittoria. Si denota che servirà ancora tempo per vedere la vera Juventus di Spalletti: qualche sprazzo del calcio del tecnico si è intravisto, come in occasione del gol del pareggio, ma non basta, perché alla squadra manca continuità nell’arco dei 90 minuti. Con il Pafos in Champions arriva ora l’occasione per un immediato riscatto, un’opportunità che la Juventus non può permettersi di sprecare”.
di Redazione
09/12/2025 - 12:59
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’avvocato Domenico La Marca. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Come giudica il successo del Napoli contro la Juventus?
“È un successo molto importante quello ottenuto dal Napoli contro la Juventus. Non solo per il risultato, ma perché è una vittoria pienamente meritata: gli azzurri hanno dominato per larghi tratti della gara, mentre la Juventus ha centrato lo specchio solo con la rete di Yildiz e con il tiro finale di Zhegrova. Il Napoli ha offerto una prestazione di grande intensità, vincendo la maggior parte dei duelli e mantenendo costantemente il controllo dell’inerzia del match. Dall’altra parte, le scelte iniziali della Juventus non hanno convinto: l’idea di rinunciare a una vera punta, nel tentativo di ottenere maggiore controllo del centrocampo e imprevedibilità offensiva, non ha prodotto gli effetti sperati. C’è poi un aspetto tattico che ha inciso molto: Neres si è trovato spesso nell’uno contro uno con Koopmeiners, una situazione che ha favorito il Napoli perché il centrocampista olandese non ha le caratteristiche fisiche per contenere l’esplosività del brasiliano. Da sottolineare anche l’ottima prova di Elmas, che ancora una volta si dimostra un uomo squadra: adattato in un ruolo non propriamente suo, è comunque riuscito a garantire equilibrio e qualità, mantenendosi all’altezza di uno specialista come Lobotka”.
In che modo la crescita tattica di Hojlund, confermata anche nella prestazione contro la Juventus, sta influenzando il rendimento della squadra?
“Hojlund ha fornito una prestazione di livello assoluto. Realizzare una doppietta contro la Juventus rappresenta sempre un risultato di grande rilevanza, ancor più considerando che è valsa tre punti determinanti e la conferma del primato in classifica. Colpisce la rapidità con cui si è integrato nel nuovo contesto, riuscendo a sostituire un giocatore come Lukaku nonostante le differenti caratteristiche tecniche, dal momento che il danese predilige maggiormente l’attacco della profondità. Nel giro di pochi mesi ha evidenziato un netto miglioramento nel gioco spalle alla porta e sta mostrando una crescita tattica significativa. È passato dall’essere lanciato negli spazi da un rifinitore come De Bruyne a ricoprire il ruolo di punto di riferimento in un tridente che si affida anche alla sua capacità di proteggere il pallone e dare continuità alla manovra. Si sta inoltre distinguendo per l’attitudine al lavoro collettivo, come confermano gli assist nelle gare contro Atalanta e Roma. Anche contro la Juventus, il suo ripiegamento difensivo nei minuti conclusivi testimonia la sua generosità e il suo spiccato senso di responsabilità”.
Che si sfida si aspetta in Champions con il Benfica?
“Quella contro il Benfica sarà, a tutti gli effetti, una sorta di finale. La squadra portoghese si gioca le ultime possibilità per restare in corsa verso i playoff e arriva dalla prima vittoria in Champions League dopo quattro sconfitte consecutive. Va inoltre sottolineato che in panchina c’è una figura di grande esperienza e ben nota al nostro calcio come José Mourinho. Nonostante il momento particolare, testimoniato dal cambio di guida tecnica, il Benfica resta una formazione di spessore. Ci sono diversi elementi di valore, tra cui: Pavlidis, giocatore molto interessante; Ríos, profilo di qualità in forte crescita; e Sudakov, talento più volte accostato al Napoli ai tempi dello Shakhtar, autore del gol che ha firmato il pareggio nel derby contro lo Sporting. Per il Napoli sarà una sfida complessa. Sarà fondamentale capire quanto la squadra avrà recuperato energie dopo la vittoria contro la Juventus, perché si prospetta una partita in cui intensità, ritmo e attenzione ai dettagli faranno la differenza”.
Quali sono i principali meriti di Conte nell’essere riuscito a rilanciare il Napoli?
“Nelle situazioni di difficoltà Conte dimostra costantemente la capacità di uscirne rafforzato: è uno dei suoi principali meriti. Dopo la partita di Bologna e con un ciclo estremamente impegnativo composto da Atalanta, Roma e Juventus, il tecnico è riuscito a ottenere tre vittorie pienamente meritate, riportando il Napoli al vertice della classifica. Questo risultato è ancor più rilevante se si considerano i numerosi infortuni che hanno colpito la squadra. L’assenza di Lobotka, in particolare, rappresentava un ostacolo significativo nella preparazione della sfida contro la Juventus; nonostante ciò, la squadra ha fornito una prestazione di alto livello, conquistando un successo di grande valore. È doveroso riconoscere i meriti di Conte, che già dalla scorsa stagione ha evidenziato una notevole capacità di adattamento, modellando la squadra in base alle necessità e riuscendo a ottenere costantemente il massimo dai propri giocatori. Dopo la gara di Bologna, il Napoli ha mostrato un’identità più aggressiva, un pressing alto e una maggiore capacità di creare occasioni, accompagnate da un’eccellente solidità difensiva”.
Che risposta ha dato la Juventus nella partita di Napoli riguardo alle proprie reali ambizioni?
“Era una partita utile per valutare le reali ambizioni di questa Juventus, attesa — dopo la sconfitta di Napoli — dalle sfide con Bologna e Roma. Le scelte iniziali, prive di un vero punto di riferimento offensivo e basate sulla coppia Yildiz–Conceição per aggiungere imprevedibilità e aumentare il possesso palla allo scopo di limitare l’intensità del Napoli, non hanno prodotto gli effetti desiderati. La decisione di lasciare in panchina due giocatori come David e Openda, che con l’assenza di Vlahovic avrebbero potuto sostituire il serbo fin dal primo minuto — soprattutto il canadese, reduce da una buona prova in Coppa Italia contro l’Udinese — si è rivelata quantomeno sorprendente. Nella ripresa, con l’ingresso di una punta di ruolo e complice un fisiologico calo del ritmo avversario, la Juventus è riuscita a trovare il pareggio in ripartenza. Dopo l’1-1 sembrava che l’inerzia potesse nuovamente girare, anche grazie a un Yildiz particolarmente incisivo fino al momento della sostituzione. Ma proprio nel finale è riemerso il Napoli, bravo a portarsi a casa la vittoria. Si denota che servirà ancora tempo per vedere la vera Juventus di Spalletti: qualche sprazzo del calcio del tecnico si è intravisto, come in occasione del gol del pareggio, ma non basta, perché alla squadra manca continuità nell’arco dei 90 minuti. Con il Pafos in Champions arriva ora l’occasione per un immediato riscatto, un’opportunità che la Juventus non può permettersi di sprecare”.