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RAI ISORADIO - Petrazzuolo a "L'autostoppista": "Dalla Nazionale esclusa ai Mondiali fino alla necessità di puntare sui giovani per dare linfa al mondo del calcio"
12.04.2022 18:28 di Napoli Magazine

NAPOLI - Antonio Petrazzuolo, direttore di "Napoli Magazine", ha rilasciato un'intervista a Rai Isoradio, ospite di Igor Righetti a “L’autostoppista”: "Cosa è accaduto alla Nazionale e quali sono i problemi del calcio italiano? Secondo me c'è stata una sorta di assuefazione dopo la vittoria dell'Europeo, come a dire 'abbiamo vinto, siamo forti, possiamo farcela tranquillamente per qualificarci al prossimo Mondiale' e invece non è così perchè negli ultimi mesi c'è stato un calo, probabilmente dettato anche dalla mancanza di un terminale offensivo nella nazionale e questo ha portato al disastro che purtroppo abbiamo visto tutti. E' un problema che non riguarda solo i giorni nostri, è qualcosa che parte da più lontano e quindi andrebbe fatto un discorso generale con tutti i presidenti di Serie A, perchè il settore giovanile dovrebbe avere sempre la precedenza. Da dove si dovrebbe ripartire? Puntando sui nostri giovani, perchè è ancor vero che il calcio è lo sport più amato dagli italiani e quindi in ogni dove, in ogni piccola piazza, giù al portone di casa trovi sempre un bambino che gioca con il suo pallone, che è qualcosa che è rimasto nelle menti di tutti noi da quando siamo bambini, quindi bisognerebbe puntare sulla gioventù, sui nostri ragazzi, senza voler andare per forza all'estero ad acquistare i campioncini. Perchè in Italia da tanti anni non nascono più grandi giocatori o ci sono ma non vengono scoperti? Se pensi ai vari Baggio, Del Piero, Totti, ma anche Casiraghi, erano tantissimi i calciatori che facevano la differenza nelle rispettive squadre di club e poi anche nella nazionale e i vari c.t., come Arrigo Sacchi ma anche chi lo ha preceduto e chi è venuto dopo, avevano l'imbarazzo della scelta, lo stesso Marcello Lippi. Poi è venuto meno il concetto del fantasista, dell'uomo che riesca a darti l'ultimo passaggio, si è puntato molto sulla fisicità. In attacco non c'è più quell'idea di voler servire l'ultimo pallone per la punta centrale che ti dà poi in effetti il numero di gol che fa fare la differenza e questo ha comportato quello che tutti abbiamo visto, ovvero una sorta di anemia, perchè poi gli attaccanti bravi ci sono attualmente, ad esempio penso ad Immobile, però mi sembra un po' bloccato quando gioca nella nazionale, quindi andrebbe rivisto un po' il sistema di gioco. E' stato confermato Roberto Mancini, quindi si riparte da lui, lo aspetta davvero un grande lavoro, duro e difficile. Come reputo lascelta di aver investito così tanto sui giocatori stranieri? E' la strada più semplice, a mio avviso sbagliata, perchè ad esempio l'Atalanta fa un discorso diverso, investe come pure l'Udinese, sul settore giovanile e fa crescere i propri talenti, però in quelle piazze c'è più pazienza, mentre invece Roma, Milano, Napoli vogliono subito i risultati e i risultati te li dà il calciatore che è già formato seppur giovane, i tifosi non hanno la pazienza di attendere la crescita negli anni di un giovane talento, per cui andrebbe fatta una riforma culturale, che è una cosa improponibile, però io capisco sotto questo punto di vista i presidenti che hanno la necessità di qualificarsi in Champions, di arrivare in Europa League e quindi puntano a prendere chi è già pronto, mentre invece bisognerebbe comunque investire un bel po' anche sui gioielli di casa nostra".

 

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RAI ISORADIO - Petrazzuolo a "L'autostoppista": "Dalla Nazionale esclusa ai Mondiali fino alla necessità di puntare sui giovani per dare linfa al mondo del calcio"

di Napoli Magazine

12/04/2024 - 18:28

NAPOLI - Antonio Petrazzuolo, direttore di "Napoli Magazine", ha rilasciato un'intervista a Rai Isoradio, ospite di Igor Righetti a “L’autostoppista”: "Cosa è accaduto alla Nazionale e quali sono i problemi del calcio italiano? Secondo me c'è stata una sorta di assuefazione dopo la vittoria dell'Europeo, come a dire 'abbiamo vinto, siamo forti, possiamo farcela tranquillamente per qualificarci al prossimo Mondiale' e invece non è così perchè negli ultimi mesi c'è stato un calo, probabilmente dettato anche dalla mancanza di un terminale offensivo nella nazionale e questo ha portato al disastro che purtroppo abbiamo visto tutti. E' un problema che non riguarda solo i giorni nostri, è qualcosa che parte da più lontano e quindi andrebbe fatto un discorso generale con tutti i presidenti di Serie A, perchè il settore giovanile dovrebbe avere sempre la precedenza. Da dove si dovrebbe ripartire? Puntando sui nostri giovani, perchè è ancor vero che il calcio è lo sport più amato dagli italiani e quindi in ogni dove, in ogni piccola piazza, giù al portone di casa trovi sempre un bambino che gioca con il suo pallone, che è qualcosa che è rimasto nelle menti di tutti noi da quando siamo bambini, quindi bisognerebbe puntare sulla gioventù, sui nostri ragazzi, senza voler andare per forza all'estero ad acquistare i campioncini. Perchè in Italia da tanti anni non nascono più grandi giocatori o ci sono ma non vengono scoperti? Se pensi ai vari Baggio, Del Piero, Totti, ma anche Casiraghi, erano tantissimi i calciatori che facevano la differenza nelle rispettive squadre di club e poi anche nella nazionale e i vari c.t., come Arrigo Sacchi ma anche chi lo ha preceduto e chi è venuto dopo, avevano l'imbarazzo della scelta, lo stesso Marcello Lippi. Poi è venuto meno il concetto del fantasista, dell'uomo che riesca a darti l'ultimo passaggio, si è puntato molto sulla fisicità. In attacco non c'è più quell'idea di voler servire l'ultimo pallone per la punta centrale che ti dà poi in effetti il numero di gol che fa fare la differenza e questo ha comportato quello che tutti abbiamo visto, ovvero una sorta di anemia, perchè poi gli attaccanti bravi ci sono attualmente, ad esempio penso ad Immobile, però mi sembra un po' bloccato quando gioca nella nazionale, quindi andrebbe rivisto un po' il sistema di gioco. E' stato confermato Roberto Mancini, quindi si riparte da lui, lo aspetta davvero un grande lavoro, duro e difficile. Come reputo lascelta di aver investito così tanto sui giocatori stranieri? E' la strada più semplice, a mio avviso sbagliata, perchè ad esempio l'Atalanta fa un discorso diverso, investe come pure l'Udinese, sul settore giovanile e fa crescere i propri talenti, però in quelle piazze c'è più pazienza, mentre invece Roma, Milano, Napoli vogliono subito i risultati e i risultati te li dà il calciatore che è già formato seppur giovane, i tifosi non hanno la pazienza di attendere la crescita negli anni di un giovane talento, per cui andrebbe fatta una riforma culturale, che è una cosa improponibile, però io capisco sotto questo punto di vista i presidenti che hanno la necessità di qualificarsi in Champions, di arrivare in Europa League e quindi puntano a prendere chi è già pronto, mentre invece bisognerebbe comunque investire un bel po' anche sui gioielli di casa nostra".