Calcio
L'EX JUVENTUS - Brio: "Heysel, una notte che non si può dimenticare"
29.05.2023 11:33 di Napoli Magazine Fonte: Sport Mediaset

Un convegno a Firenze per ricordare quanto accaduto il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, finale della Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool, in cui morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e altre 600 persone rimasero ferite. Alla mattinata, al Museo del Calcio di Coverciano, hanno preso parte anche numerosi studenti. Tra i presenti l'ex calciatore della Juventus Sergio Brio: "Non dimentico quella notte, la portero' con me tutta la vita - ha detto -. Io voglio precisare per l'ennesima volta che non sapevamo dei 39 morti, sapevamo soltanto di uno. Ci fu la riunione in Uefa, si presento' Boniperti che sapeva dei 39 morti, lui disse che non voleva giocare. L'Uefa pero' impose di giocare e allora Boniperti venne nel nostro spogliatoio e disse che purtroppo era morto un tifoso. Siamo venuti a conoscenza dei 39 morti in albergo. Cosa accade nel calcio di oggi? Bisogna essere piu' duri e cercare di emarginare questi elementi che sono di disturbo per una manifestazione sportiva". Il presidente della fondazione Museo del Calcio, Matteo Marani, ha evidenziato che quella notte "lascia un ricordo indelebile e un vuoto incolmabile. Le immagini che arrivavano allora erano terribili, con persone morte in mezzo al campo e scene apocalittiche". In riferimento alle problematiche attuali degli stadi secondo Marani "l'unico modo per contrastare violenza, antisemitismo, xenofobia, razzismo e' una cultura, una comprensione, ovvero spiegare a chi fa un ululato o chi produce un insulto cosa sta facendo in quel momento". "Da quando ci siamo ricostituiti nel 2015 abbiamo sempre deciso di unire la memoria ad iniziative di educazione civico-sportiva affinche' la memoria non resti qualcosa di fine a se' stesso - ha dichiarato Andrea Lorentini, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della tragedia dell'Heysel -. Riflettere su un caso cosi' negativo serve per far capire ai ragazzi quelli che invece sono i valori positivi dello sport, e quello che lo sport puo' trasmettere"

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L'EX JUVENTUS - Brio: "Heysel, una notte che non si può dimenticare"

di Napoli Magazine

29/05/2024 - 11:33

Un convegno a Firenze per ricordare quanto accaduto il 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, finale della Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool, in cui morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e altre 600 persone rimasero ferite. Alla mattinata, al Museo del Calcio di Coverciano, hanno preso parte anche numerosi studenti. Tra i presenti l'ex calciatore della Juventus Sergio Brio: "Non dimentico quella notte, la portero' con me tutta la vita - ha detto -. Io voglio precisare per l'ennesima volta che non sapevamo dei 39 morti, sapevamo soltanto di uno. Ci fu la riunione in Uefa, si presento' Boniperti che sapeva dei 39 morti, lui disse che non voleva giocare. L'Uefa pero' impose di giocare e allora Boniperti venne nel nostro spogliatoio e disse che purtroppo era morto un tifoso. Siamo venuti a conoscenza dei 39 morti in albergo. Cosa accade nel calcio di oggi? Bisogna essere piu' duri e cercare di emarginare questi elementi che sono di disturbo per una manifestazione sportiva". Il presidente della fondazione Museo del Calcio, Matteo Marani, ha evidenziato che quella notte "lascia un ricordo indelebile e un vuoto incolmabile. Le immagini che arrivavano allora erano terribili, con persone morte in mezzo al campo e scene apocalittiche". In riferimento alle problematiche attuali degli stadi secondo Marani "l'unico modo per contrastare violenza, antisemitismo, xenofobia, razzismo e' una cultura, una comprensione, ovvero spiegare a chi fa un ululato o chi produce un insulto cosa sta facendo in quel momento". "Da quando ci siamo ricostituiti nel 2015 abbiamo sempre deciso di unire la memoria ad iniziative di educazione civico-sportiva affinche' la memoria non resti qualcosa di fine a se' stesso - ha dichiarato Andrea Lorentini, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della tragedia dell'Heysel -. Riflettere su un caso cosi' negativo serve per far capire ai ragazzi quelli che invece sono i valori positivi dello sport, e quello che lo sport puo' trasmettere"

Fonte: Sport Mediaset