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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Khvicha Kvaratskhelia & Victor Osimhen, i Bronzi di Riace Azzurri"
13.03.2023 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Kvaratskhelia & Osimhen, i Bronzi di Riace nella fantasiosa trasposizione storica legata ai due straordinari eroi azzurri, nel comune senso di appartenenza riallacciato alla “vittoria alata” di Samatracia, la Nike in marmo di antichissima memoria, rievocata nell’attuale marchio commerciale. E visto che siamo in una particolare pagina sportiva dedicata al Napoli di Spalletti che in classifica ne combina di tutti i colori, perché non identificare un altro eroe azzurro di straordinarie capacità che corre in lungo e in largo, dal primo all’ultimo minuto, di chi si tratta? Lobotka come Filippide, 42 km e rotti a rotta di collo e con fiatone senza mai fermarsi, da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria sui persiani; nel caso specifico il regista azzurro tuttofare con insieme con i compagni di cordata ha assestato un colpo mortale a quella lontana concorrenza che si era rinvigorita dopo la sconfitta subita dalla Lazio, niente di più che fatali illusioni. Belli e forti gli azzurri, come gli eroi dell’antica Grecia: un condottiero Osimhen, un dio della guerra Kvara, nel trionfo dell’inzuccata spregiudicata di Rrahmani. Morale della favola si sono inginocchiati tutti ma proprio tutti – anche i più restii – allo strapotere della squadra del cuore che ha allungato la distanza a livello siderale, provocando uno shock e terribili mal di testa agli speranzosi. Ma avete visto la Lazio contro il Napoli al Maradona? Tutti dietro la palla, un catenaccio di vecchia data, scambiato incredibilmente per un’altra trovata tattica dell’ex comandante, in una sfida risolta fortunosamente per Sarri con il beneficio del gol di Vecino che potrà inutilmente tentare per un altro migliaia di volte lo stessa risolutiva conclusione. L’aveva detto e sottolineato anche Spalletti. Si trattava di un incidente di percorso, tanto e vero che quasi una settimana dopo il mister toscano ha ritrovato il Napoli da lui confezionato, una squadra che ha lavorato ai fianchi dei giocatori della Dea di Gasperini, messa in ginocchio dalla squadra del cuore. Peccato per lui, in tv ha esaltato l’impegno e la partita dei suoi ragazzi, probabilmente un alibi costruito su misura allo scopo di giustificare in qualche modo la sconfitta incassata al Maradona e il momentaccio dei suoi giocatori. Andiamo avanti, Spalletti ha ragione, mettiamo da parte la festa scudetto al momento in cui maturerà l’evento: d’altronde il Napoli è lanciatissimo e per nessuna ragione può trastullarsi sugli allori. In Champions, a portata di mano, c’è un’altra impresa storica da mettere a segno, cioè il passaggio ai quarti di finale. Attenzione però perché l’Eintracht di Francoforte, sebbene sconfitto nella partita d’andata nel gioco e nel risultato, al Maradona viene per vincere. Possibile? In Germania gli azzurri trionfarono con un doppio vantaggio condito da numerosi sprechi in situazioni altamente favorevoli e tali da rendere inutile il match di ritorno. Così non è stato, domani si riparte dal duo a zero contro una squadra armata fino ai denti per tentare di capovolgere gli eventi. D’altronde c’è da immaginarlo: come dare torto a Vujadin Boskov, lo zingaro del calcio mondiale che alla guida degli azzurri di allora in Coppa Uefa, aveva una giusta immagine della situazione e che mise sull’avviso il Napoli, ieri come oggi: “Attenzione”, diceva benedetto Vujadin buonanima: “…perché tedeschi come tedeschi…”, a buon intenditor…

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

13/03/2024 - 23:55

NAPOLI - Kvaratskhelia & Osimhen, i Bronzi di Riace nella fantasiosa trasposizione storica legata ai due straordinari eroi azzurri, nel comune senso di appartenenza riallacciato alla “vittoria alata” di Samatracia, la Nike in marmo di antichissima memoria, rievocata nell’attuale marchio commerciale. E visto che siamo in una particolare pagina sportiva dedicata al Napoli di Spalletti che in classifica ne combina di tutti i colori, perché non identificare un altro eroe azzurro di straordinarie capacità che corre in lungo e in largo, dal primo all’ultimo minuto, di chi si tratta? Lobotka come Filippide, 42 km e rotti a rotta di collo e con fiatone senza mai fermarsi, da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria sui persiani; nel caso specifico il regista azzurro tuttofare con insieme con i compagni di cordata ha assestato un colpo mortale a quella lontana concorrenza che si era rinvigorita dopo la sconfitta subita dalla Lazio, niente di più che fatali illusioni. Belli e forti gli azzurri, come gli eroi dell’antica Grecia: un condottiero Osimhen, un dio della guerra Kvara, nel trionfo dell’inzuccata spregiudicata di Rrahmani. Morale della favola si sono inginocchiati tutti ma proprio tutti – anche i più restii – allo strapotere della squadra del cuore che ha allungato la distanza a livello siderale, provocando uno shock e terribili mal di testa agli speranzosi. Ma avete visto la Lazio contro il Napoli al Maradona? Tutti dietro la palla, un catenaccio di vecchia data, scambiato incredibilmente per un’altra trovata tattica dell’ex comandante, in una sfida risolta fortunosamente per Sarri con il beneficio del gol di Vecino che potrà inutilmente tentare per un altro migliaia di volte lo stessa risolutiva conclusione. L’aveva detto e sottolineato anche Spalletti. Si trattava di un incidente di percorso, tanto e vero che quasi una settimana dopo il mister toscano ha ritrovato il Napoli da lui confezionato, una squadra che ha lavorato ai fianchi dei giocatori della Dea di Gasperini, messa in ginocchio dalla squadra del cuore. Peccato per lui, in tv ha esaltato l’impegno e la partita dei suoi ragazzi, probabilmente un alibi costruito su misura allo scopo di giustificare in qualche modo la sconfitta incassata al Maradona e il momentaccio dei suoi giocatori. Andiamo avanti, Spalletti ha ragione, mettiamo da parte la festa scudetto al momento in cui maturerà l’evento: d’altronde il Napoli è lanciatissimo e per nessuna ragione può trastullarsi sugli allori. In Champions, a portata di mano, c’è un’altra impresa storica da mettere a segno, cioè il passaggio ai quarti di finale. Attenzione però perché l’Eintracht di Francoforte, sebbene sconfitto nella partita d’andata nel gioco e nel risultato, al Maradona viene per vincere. Possibile? In Germania gli azzurri trionfarono con un doppio vantaggio condito da numerosi sprechi in situazioni altamente favorevoli e tali da rendere inutile il match di ritorno. Così non è stato, domani si riparte dal duo a zero contro una squadra armata fino ai denti per tentare di capovolgere gli eventi. D’altronde c’è da immaginarlo: come dare torto a Vujadin Boskov, lo zingaro del calcio mondiale che alla guida degli azzurri di allora in Coppa Uefa, aveva una giusta immagine della situazione e che mise sull’avviso il Napoli, ieri come oggi: “Attenzione”, diceva benedetto Vujadin buonanima: “…perché tedeschi come tedeschi…”, a buon intenditor…

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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