L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, non è successo niente! Perdere per un tiro, dinanzi ad un catenaccio estenuante, non è un dramma: una goccia amara in un mare di vittorie non fa rumore"
04.03.2023 23:52 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sono d'accordo con Spalletti. Il pareggio a reti bianche sarebbe stato il risultato piu' giusto. Napoli e Lazio si sono equivalse, e dal 55° e' stato proprio il team partenopeo a creare piu' pensieri alla difesa avversaria. Il gol partita, di Vecino, mi è parso il classico tiro "della domenica", in questo caso del venerdi', arrivato mentre i padroni di casa tentavano l'assalto a Provedel. Un bolide scoccato quando pensi di provarci perche' non costa nulla e ti va pure bene. Niente da fare per Meret. Nel complesso i biancocelesti non hanno sbagliato un colpo, restando concentrati e rinunciando per quasi tutto l'incontro alla fase offensiva. D'altronde lo stesso Sarri lo ha ammesso successivamente in sala stampa: "Non potevo venire qui a giocare solo all'attacco, sarebbe stato un suicidio". E infatti suicidio non e' stato, anzi, c'è stata la magra consolazione di aver battuto il Napoli. Archiviati da un bel po' i suoi 91 punti, potra' finalmente vederlo trionfare da spettatore e non da protagonista, per una scelta personale che dopo qualche anno lo ha certamente arricchito dal punto di vista del conto in banca, ed anche come curriculum per i due titoli vinti con Chelsea e Juventus, ma forse un po' meno sotto l'aspetto umano per l'amore totale che gli avrebbe continuato a riservare il popolo napoletano. L'ammissione di gelosia da parte dell'ex Comandante, per quello che poteva essere e non e' stato, nei confronti del collega toscano c'è stata, secca e concisa: "Lo invidio da morire perche' lui vincera' con il Napoli". Meglio tardi che mai, mi viene da pensare. Per quel che mi riguarda resto dell'idea che chi si professa tifoso del Napoli non abbandona la nave ad un passo dal traguardo, riuscendo finanche a guidare gli antagonisti di sempre dopo un anno di esilio esaltante in Inghilterra. Ma questo e' un mio personalissimo parere che non conta granche', per cui torniamo all'analisi del match. A mio avviso, non è successo niente! Perdere per un tiro, dopo un catenaccio estenuante, non è un dramma: una goccia amara in un mare di vittorie non fa rumore nella maniera piu' assoluta. Non ho condiviso pertanto il voler sottolineare, da parte del tecnico della Lazio, che la sua squadra ha tirato piu' volte degli azzurri nello specchio della porta: al di la' della carezza di Milinkovic-Savic alla parte alta dell'incrocio dei pali e al doppio squillo di Vecino non ricordo conclusioni che hanno impegnato Meret. Evidentemente il freddo e la pioggia, unitamente ai cori beceri piovuti dal Settore Ospiti che auspicavano di lavarci col fuoco, senza dimenticare il lancio di petardi e fumogeni che di tanto in tanto mi facevano sobbalzare in Tribuna Stampa, devono avermi annebbiato la vista. L'atteggiamento del Napoli per tutto il match e' stato piu' che corretto. Spalletti ci ha raccontato che i volti nello spogliatoio erano tristi per la sconfitta. Il dispiacere fa parte dell'essere maturi. Nessuno pensa infatti che il vantaggio accumulato sia sinonimo di scudetto in tasca. Per questo si attende la matematica certezza. Piuttosto, andando nello specifico, mi sarei aspettato qualcosa in piu' da Olivera, che deve affinare l'intesa con Kvaratskhelia, dato che spesso le linee di passaggio non sono state corrette. Come dall'altro lato, del resto, Lozano non mi e' parso il solito levriero imprendibile. Restando in zona trequarti, al di la' di un paio di tiri centrali di destro e sinistro, qualche fiammata illuminante di Zielinski c'e' stata, come pure va sottolineato che in mediana non hanno sfigurato nè Anguissa (sugli scudi) e nemmeno Lobotka (quest'ultimo hanno provato ad arginarlo ma senza grandissimi risultati). Considerazioni che nascono anche dalla solidita' difensiva, dove Kim-Kim-Kim (ripetuto tre volte come il coro) giganteggia e Rrahmani lo segue (attenzione pero' al lancio lungo che va calibrato meglio), senza dimenticare il salvataggio sulla linea di Di Lorenzo sul colpo di testa di Vecino nel primo tempo. Nella serata in cui Osimhen, controllato a vista, ha faticato a trovare la via del gol (e nonostante questo una traversa l'ha colpita in pieno), con Kvara prima ed Elmas poi che non hanno disegnato l'ultimo passaggio ed affondo decisivo, l'urlo è rimasto strozzato in gola. Stavolta nemmeno Simeone nel finale e' riuscito a contraddistinguersi con uno dei suoi guizzi risolutivi. Peccato, ma nulla e' perduto. Un po' di pepe serviva per le inseguitrici, ormai intorpidite dinanzi alla vera 'Grande Bellezza' di questo super Napoli griffato Luciano Spalletti.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
ULTIMISSIME L'EDITORIALE
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli, non è successo niente! Perdere per un tiro, dinanzi ad un catenaccio estenuante, non è un dramma: una goccia amara in un mare di vittorie non fa rumore"

di Napoli Magazine

04/03/2024 - 23:52

NAPOLI - Sono d'accordo con Spalletti. Il pareggio a reti bianche sarebbe stato il risultato piu' giusto. Napoli e Lazio si sono equivalse, e dal 55° e' stato proprio il team partenopeo a creare piu' pensieri alla difesa avversaria. Il gol partita, di Vecino, mi è parso il classico tiro "della domenica", in questo caso del venerdi', arrivato mentre i padroni di casa tentavano l'assalto a Provedel. Un bolide scoccato quando pensi di provarci perche' non costa nulla e ti va pure bene. Niente da fare per Meret. Nel complesso i biancocelesti non hanno sbagliato un colpo, restando concentrati e rinunciando per quasi tutto l'incontro alla fase offensiva. D'altronde lo stesso Sarri lo ha ammesso successivamente in sala stampa: "Non potevo venire qui a giocare solo all'attacco, sarebbe stato un suicidio". E infatti suicidio non e' stato, anzi, c'è stata la magra consolazione di aver battuto il Napoli. Archiviati da un bel po' i suoi 91 punti, potra' finalmente vederlo trionfare da spettatore e non da protagonista, per una scelta personale che dopo qualche anno lo ha certamente arricchito dal punto di vista del conto in banca, ed anche come curriculum per i due titoli vinti con Chelsea e Juventus, ma forse un po' meno sotto l'aspetto umano per l'amore totale che gli avrebbe continuato a riservare il popolo napoletano. L'ammissione di gelosia da parte dell'ex Comandante, per quello che poteva essere e non e' stato, nei confronti del collega toscano c'è stata, secca e concisa: "Lo invidio da morire perche' lui vincera' con il Napoli". Meglio tardi che mai, mi viene da pensare. Per quel che mi riguarda resto dell'idea che chi si professa tifoso del Napoli non abbandona la nave ad un passo dal traguardo, riuscendo finanche a guidare gli antagonisti di sempre dopo un anno di esilio esaltante in Inghilterra. Ma questo e' un mio personalissimo parere che non conta granche', per cui torniamo all'analisi del match. A mio avviso, non è successo niente! Perdere per un tiro, dopo un catenaccio estenuante, non è un dramma: una goccia amara in un mare di vittorie non fa rumore nella maniera piu' assoluta. Non ho condiviso pertanto il voler sottolineare, da parte del tecnico della Lazio, che la sua squadra ha tirato piu' volte degli azzurri nello specchio della porta: al di la' della carezza di Milinkovic-Savic alla parte alta dell'incrocio dei pali e al doppio squillo di Vecino non ricordo conclusioni che hanno impegnato Meret. Evidentemente il freddo e la pioggia, unitamente ai cori beceri piovuti dal Settore Ospiti che auspicavano di lavarci col fuoco, senza dimenticare il lancio di petardi e fumogeni che di tanto in tanto mi facevano sobbalzare in Tribuna Stampa, devono avermi annebbiato la vista. L'atteggiamento del Napoli per tutto il match e' stato piu' che corretto. Spalletti ci ha raccontato che i volti nello spogliatoio erano tristi per la sconfitta. Il dispiacere fa parte dell'essere maturi. Nessuno pensa infatti che il vantaggio accumulato sia sinonimo di scudetto in tasca. Per questo si attende la matematica certezza. Piuttosto, andando nello specifico, mi sarei aspettato qualcosa in piu' da Olivera, che deve affinare l'intesa con Kvaratskhelia, dato che spesso le linee di passaggio non sono state corrette. Come dall'altro lato, del resto, Lozano non mi e' parso il solito levriero imprendibile. Restando in zona trequarti, al di la' di un paio di tiri centrali di destro e sinistro, qualche fiammata illuminante di Zielinski c'e' stata, come pure va sottolineato che in mediana non hanno sfigurato nè Anguissa (sugli scudi) e nemmeno Lobotka (quest'ultimo hanno provato ad arginarlo ma senza grandissimi risultati). Considerazioni che nascono anche dalla solidita' difensiva, dove Kim-Kim-Kim (ripetuto tre volte come il coro) giganteggia e Rrahmani lo segue (attenzione pero' al lancio lungo che va calibrato meglio), senza dimenticare il salvataggio sulla linea di Di Lorenzo sul colpo di testa di Vecino nel primo tempo. Nella serata in cui Osimhen, controllato a vista, ha faticato a trovare la via del gol (e nonostante questo una traversa l'ha colpita in pieno), con Kvara prima ed Elmas poi che non hanno disegnato l'ultimo passaggio ed affondo decisivo, l'urlo è rimasto strozzato in gola. Stavolta nemmeno Simeone nel finale e' riuscito a contraddistinguersi con uno dei suoi guizzi risolutivi. Peccato, ma nulla e' perduto. Un po' di pepe serviva per le inseguitrici, ormai intorpidite dinanzi alla vera 'Grande Bellezza' di questo super Napoli griffato Luciano Spalletti.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com