NAPOLI - Una nuova, anzi antica, soluzione della crisi del gol sta nella, ormai eterea, riconferma di Callejon, l’anima perpetua del Napoli. Perché non solo il gol spiega la sua partita e quella del Napoli, ma lo Illustrano i due terzi del tridente, unica, vera strada per uscire dall’astenia da rete. Tuttavia Callejon é più lontano dal Napoli, di quanto il suo gol si possa rivedere l’anno prossimo. Così si presenta oggi il Napoli, all’ennesimo giorno dell’anno più difficile della sua storia Aureliana. Perché, ora, la prospettiva appare chiara: c’ è un Napoli prima e dopo, ormai è scritto. Ma ci sarà anche la squadra che sta riscrivendo l’annata nera del club. È una squadra qualitativa che, per quanto non è dato sapere, diventa apatica nel momento topica. Ovvero la collaborazione alla manovra offensiva e difensiva: guardate Insigne (il migliore in campo) come raddrizza la partita. Per il resto è un gruppo che ha sempre saputo migliorarsi e nulla esclude che possa farlo anche l’anno prossimo. Perché la stagione 2019-2020 è stata e continua a essere una collezione di nuovi picchi, positivi e negativi, come se scalarli desse al Napoli, versione Gattuso, nuove energie, non la fatica di imprese e delusioni sempre pesanti. La cima visionaria ed effimera del quinto posto, ad esempio: obiettivo in apparenza banale, eppure poter toccare questa illusoria quota stagionale già oggi - quando poi mancheranno da giocare altre cinque partite almeno, e magari anche di più (leggi Champions) - è considerato ormai non scontato ma neppure, ovviamente, eccezionale. E poi ci sono anche le sei vittorie in sette partite (fatale é stata Bergamo); un piccolo grande record, che ha sempre il suo perché, ma l’impresa che cerca il Napoli é la riconferma di gran parte della rosa, ampliando le potenziali del suo motorino d’attacco e di difesa.
di Napoli Magazine
06/07/2020 - 11:48
NAPOLI - Una nuova, anzi antica, soluzione della crisi del gol sta nella, ormai eterea, riconferma di Callejon, l’anima perpetua del Napoli. Perché non solo il gol spiega la sua partita e quella del Napoli, ma lo Illustrano i due terzi del tridente, unica, vera strada per uscire dall’astenia da rete. Tuttavia Callejon é più lontano dal Napoli, di quanto il suo gol si possa rivedere l’anno prossimo. Così si presenta oggi il Napoli, all’ennesimo giorno dell’anno più difficile della sua storia Aureliana. Perché, ora, la prospettiva appare chiara: c’ è un Napoli prima e dopo, ormai è scritto. Ma ci sarà anche la squadra che sta riscrivendo l’annata nera del club. È una squadra qualitativa che, per quanto non è dato sapere, diventa apatica nel momento topica. Ovvero la collaborazione alla manovra offensiva e difensiva: guardate Insigne (il migliore in campo) come raddrizza la partita. Per il resto è un gruppo che ha sempre saputo migliorarsi e nulla esclude che possa farlo anche l’anno prossimo. Perché la stagione 2019-2020 è stata e continua a essere una collezione di nuovi picchi, positivi e negativi, come se scalarli desse al Napoli, versione Gattuso, nuove energie, non la fatica di imprese e delusioni sempre pesanti. La cima visionaria ed effimera del quinto posto, ad esempio: obiettivo in apparenza banale, eppure poter toccare questa illusoria quota stagionale già oggi - quando poi mancheranno da giocare altre cinque partite almeno, e magari anche di più (leggi Champions) - è considerato ormai non scontato ma neppure, ovviamente, eccezionale. E poi ci sono anche le sei vittorie in sette partite (fatale é stata Bergamo); un piccolo grande record, che ha sempre il suo perché, ma l’impresa che cerca il Napoli é la riconferma di gran parte della rosa, ampliando le potenziali del suo motorino d’attacco e di difesa.