L'Angolo
3° TEMPO - Bucchi: "Lukaku è il simbolo dell'idea di gioco di Conte, McTominay è un giocatore decisivo, scudetto? Conta l'aspetto mentale"
30.04.2025 23:05 di Redazione

NAPOLI - Cristian Bucchi, ex attaccante del Napoli e oggi allenatore dell’Arezzo, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero: "È indubbio che individualmente ognuno vorrebbe lasciare qualcosa di importante, ma quello che determina tutto è il bene comune. Ho fatto parte di un gruppo vincente che ha portato il Napoli in Serie A. La coreografia del ‘Ti amo’ contro il Lecce? Tantissima emozione, le vivi da tifoso e quando sei in campo. Il giocatore quando vede il pubblico così è una cosa particolare, solo chi l’ha vissuto può capire di cosa si tratta. Io l’ho vissuta a Napoli due volte, una volta in questa partita, e un’altra in una partita di Coppa Italia contro la Juventus. Fu clamorosa, finì ai rigori dopo il 3-3. Quella partita ufficialmente credo fossero 60 mila tifosi, ma sembravano molti di più (ride, ndr). Ci sentiamo tutte le settimane con De Zerbi, sono stato a gennaio una settimana da lui, d’estate ci siamo visti, e ci siamo visti a Brescia. C’è stato sempre un rapporto umano importante, lo stimo tantissimo, è rimasto di un’umiltà incredibile. Una grandissima forza di quel gruppo erano i rapporti, ci sentiamo spessissimo con Sosa e Calaiò e De Zerbi, eravamo amici e ognuno ha saputo portare avanti le proprie visioni rimanendo molto amici. Lukaku? È il simbolo in campo dell’idea di Conte, è un attaccante che ha fatto cose importanti, è stato per molto tempo sotto la critica di molti, ma credo sia determinante per quella che è l’idea del tecnico e per lo sviluppo dell’azione, è un giocatore focale e di spessore. Molti dei gol di McTominay penso siano anche merito di Lukaku, non solo per gli assist, ma anche per la sua presenza fisica che impegna i difensori. Chi arriva da dietro come lo scozzese può sfruttare gli spazi creati. È un giocatore funzionale e determinante. Il mancato rinvio di Atalanta-Lecce? Penso che tutti i tesserati giallorossi avrebbero preferito il rinvio, perché davanti a queste situazioni non esistono classifiche e calendari. Serviva un po’ di tempo per riprendersi e umanamente non credo che qualcuno avesse fatto obiezioni. L’Inter con i titolari è un’altra squadra, ai livelli del Barcellona. Le alternative la rendono una squadra più affrontabile. Penso che le energie a questo punto saranno dirottate in gran parte sulla Champions, indubbiamente il campionato non verrà abbandonato, ma la classifica attuale la mette in questa condizione. Il Napoli ha avuto delle difficoltà, è stata una stagione complessa, ma ha risposto sempre da grandissima squadra. C’è la mano dell’allenatore che ha creato uno spirito di squadra che si avvicina se non addirittura supera quello di due anni fa. La scorsa stagione è stata un po’ anomala. Il gruppo è praticamente lo stesso, sono anche arrivati dei nuovi giocatori. Adesso è giusto godersi questo finale di campionato con i migliori auspici. De Zerbi con De Laurentiis non ce lo vedo, caratterialmente è perfetto per la piazza di Napoli, non penso lo sia per questo presidente. Sono due personalità forti, fortissime. Credo con visioni abbastanza diverse. Può darsi tra qualche anno dove sono maturate esperienze diverse e dove due idee lontane possono avvicinarsi. Si stimano tantissimo entrambi. De Zerbi è una persona molto riconoscente, è legatissimo al Napoli, però ripeto ci sono cose fattibili in certi momenti, non penso sia questo. Ci tengo a dire che, secondo me, un processo di crescita ci può essere anche da parte di un presidente, come quest’anno dove De Laurentiis ha fatto un grande passo avanti dopo la scorsa stagione. De Zerbi per la sua carriera è il primo a essere rammaricato per la mancata continuità, come quella allo Shakhtar. Ma penso voglia essere continuo al Marsiglia e questo progetto in Francia non lo renderà un allenatore facile da raggiungere. I numeri non mentono, al di là della difficoltà del calendario, penso che ci siano i momenti della stagione dove una squadra dimostra di essere matura per un obiettivo. In questo momento non bisogna essere la squadra più forte, ma quella che porta a casa il risultato. L’onda del Napoli è diversa, emotiva, di entusiasmo, di sacrificio, e può portare a casa ogni tipo di partita come ha fatto negli scontri diretti. Adesso dipende dall’approccio mentale, il Napoli ha giocato i primi scontri diretti per fare risultato e dimostrare di essere al pari delle altre. McTominay è il giocatore più decisivo. La grande intelligenza di Conte è anche quella di suggerire gli acquisti che giocano con tranquillità e reggono le pressioni. Essere nel Napoli non è per tutti, perché giochi davanti a 60 mila persone. Le scelte sono state tecniche e di personalità. Hamsik penso sia più rapido e tecnico, McTominay è più strutturato e cattivo in zona gol. Sono giocatori che per sviluppo del gioco si assomigliano sotto tanti punti di vista, perché sono mezzali che raggiungono gol da attaccanti. Il Napoli credo abbia un paio di opzioni contro il Lecce. Un grande merito di Conte a differenza di Inzaghi è che ha saputo cambiare anche sistema di gioco, cosa che invece Inzaghi non fa mai. Un po’ perché non ha giocatori con queste caratteristiche, ma anche perché è poco incline a cambiamenti tattici. Il Napoli potrebbe schierarsi con un 4-4-2 contro il Lecce, con McTominay sull’esterno in modo tale che possa accentrarsi e inserirsi con Lukaku e Raspadori in avanti. In difesa penso che ci siano Rafa Marin e Spinazzola. Quello che cambierà è capire se giocherà o meno Raspadori con Olivera terzino e Spinazzola davanti. Sarebbe un modo diverso di attaccare. Il Lecce potrebbe giocare con un giocatore su Lobotka e un attaccante che possa dar fastidio a entrambi i difensori. La forza del Lecce sono stati i calci piazzati con l’inserimento dei difensori. Krstovic ha grandi colpi un po’ alla Quagliarella, Tete Morente se dovesse rientrare sul piede forte avrebbe una bella conclusione che potrebbe essere un’insidia. Gli infortuni al soleo? Quando si parla di infortuni è sempre delicato, a volte può essere un approccio nuovo di lavoro. Erano abituati a lavorare in un certo modo, quest’anno c’è stata una metodologia diversa e un adattamento complesso. A volte può essere semplicemente il campo: per esempio, un campo particolarmente duro è il peggior nemico per il polpaccio. È una statistica che ho provato sulla mia pelle. Quando allenavo una squadra in Serie B, con una buona struttura, ci sono stati affaticamenti, lesioni, anche al soleo. Ci siamo confrontati con lo staff medico su quale potesse essere il problema. I ragazzi manifestavano, quindi, di un terreno di gioco un po’ duro. Abbiamo scelto di far venire il responsabile della Federazione e abbiamo scoperto che il nostro campo era tre volte più duro di quello che dovrebbe essere e quando lo abbiamo messo a posto non abbiamo più avuto problemi. Il campo particolarmente scivoloso, invece, può essere un pericolo per gli adduttori. Il problema è riconducibile allo staff quando ci sono tante ricadute, ma non credo sia il caso del Napoli”.

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3° TEMPO - Bucchi: "Lukaku è il simbolo dell'idea di gioco di Conte, McTominay è un giocatore decisivo, scudetto? Conta l'aspetto mentale"

di Napoli Magazine

30/04/2025 - 23:05

NAPOLI - Cristian Bucchi, ex attaccante del Napoli e oggi allenatore dell’Arezzo, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero: "È indubbio che individualmente ognuno vorrebbe lasciare qualcosa di importante, ma quello che determina tutto è il bene comune. Ho fatto parte di un gruppo vincente che ha portato il Napoli in Serie A. La coreografia del ‘Ti amo’ contro il Lecce? Tantissima emozione, le vivi da tifoso e quando sei in campo. Il giocatore quando vede il pubblico così è una cosa particolare, solo chi l’ha vissuto può capire di cosa si tratta. Io l’ho vissuta a Napoli due volte, una volta in questa partita, e un’altra in una partita di Coppa Italia contro la Juventus. Fu clamorosa, finì ai rigori dopo il 3-3. Quella partita ufficialmente credo fossero 60 mila tifosi, ma sembravano molti di più (ride, ndr). Ci sentiamo tutte le settimane con De Zerbi, sono stato a gennaio una settimana da lui, d’estate ci siamo visti, e ci siamo visti a Brescia. C’è stato sempre un rapporto umano importante, lo stimo tantissimo, è rimasto di un’umiltà incredibile. Una grandissima forza di quel gruppo erano i rapporti, ci sentiamo spessissimo con Sosa e Calaiò e De Zerbi, eravamo amici e ognuno ha saputo portare avanti le proprie visioni rimanendo molto amici. Lukaku? È il simbolo in campo dell’idea di Conte, è un attaccante che ha fatto cose importanti, è stato per molto tempo sotto la critica di molti, ma credo sia determinante per quella che è l’idea del tecnico e per lo sviluppo dell’azione, è un giocatore focale e di spessore. Molti dei gol di McTominay penso siano anche merito di Lukaku, non solo per gli assist, ma anche per la sua presenza fisica che impegna i difensori. Chi arriva da dietro come lo scozzese può sfruttare gli spazi creati. È un giocatore funzionale e determinante. Il mancato rinvio di Atalanta-Lecce? Penso che tutti i tesserati giallorossi avrebbero preferito il rinvio, perché davanti a queste situazioni non esistono classifiche e calendari. Serviva un po’ di tempo per riprendersi e umanamente non credo che qualcuno avesse fatto obiezioni. L’Inter con i titolari è un’altra squadra, ai livelli del Barcellona. Le alternative la rendono una squadra più affrontabile. Penso che le energie a questo punto saranno dirottate in gran parte sulla Champions, indubbiamente il campionato non verrà abbandonato, ma la classifica attuale la mette in questa condizione. Il Napoli ha avuto delle difficoltà, è stata una stagione complessa, ma ha risposto sempre da grandissima squadra. C’è la mano dell’allenatore che ha creato uno spirito di squadra che si avvicina se non addirittura supera quello di due anni fa. La scorsa stagione è stata un po’ anomala. Il gruppo è praticamente lo stesso, sono anche arrivati dei nuovi giocatori. Adesso è giusto godersi questo finale di campionato con i migliori auspici. De Zerbi con De Laurentiis non ce lo vedo, caratterialmente è perfetto per la piazza di Napoli, non penso lo sia per questo presidente. Sono due personalità forti, fortissime. Credo con visioni abbastanza diverse. Può darsi tra qualche anno dove sono maturate esperienze diverse e dove due idee lontane possono avvicinarsi. Si stimano tantissimo entrambi. De Zerbi è una persona molto riconoscente, è legatissimo al Napoli, però ripeto ci sono cose fattibili in certi momenti, non penso sia questo. Ci tengo a dire che, secondo me, un processo di crescita ci può essere anche da parte di un presidente, come quest’anno dove De Laurentiis ha fatto un grande passo avanti dopo la scorsa stagione. De Zerbi per la sua carriera è il primo a essere rammaricato per la mancata continuità, come quella allo Shakhtar. Ma penso voglia essere continuo al Marsiglia e questo progetto in Francia non lo renderà un allenatore facile da raggiungere. I numeri non mentono, al di là della difficoltà del calendario, penso che ci siano i momenti della stagione dove una squadra dimostra di essere matura per un obiettivo. In questo momento non bisogna essere la squadra più forte, ma quella che porta a casa il risultato. L’onda del Napoli è diversa, emotiva, di entusiasmo, di sacrificio, e può portare a casa ogni tipo di partita come ha fatto negli scontri diretti. Adesso dipende dall’approccio mentale, il Napoli ha giocato i primi scontri diretti per fare risultato e dimostrare di essere al pari delle altre. McTominay è il giocatore più decisivo. La grande intelligenza di Conte è anche quella di suggerire gli acquisti che giocano con tranquillità e reggono le pressioni. Essere nel Napoli non è per tutti, perché giochi davanti a 60 mila persone. Le scelte sono state tecniche e di personalità. Hamsik penso sia più rapido e tecnico, McTominay è più strutturato e cattivo in zona gol. Sono giocatori che per sviluppo del gioco si assomigliano sotto tanti punti di vista, perché sono mezzali che raggiungono gol da attaccanti. Il Napoli credo abbia un paio di opzioni contro il Lecce. Un grande merito di Conte a differenza di Inzaghi è che ha saputo cambiare anche sistema di gioco, cosa che invece Inzaghi non fa mai. Un po’ perché non ha giocatori con queste caratteristiche, ma anche perché è poco incline a cambiamenti tattici. Il Napoli potrebbe schierarsi con un 4-4-2 contro il Lecce, con McTominay sull’esterno in modo tale che possa accentrarsi e inserirsi con Lukaku e Raspadori in avanti. In difesa penso che ci siano Rafa Marin e Spinazzola. Quello che cambierà è capire se giocherà o meno Raspadori con Olivera terzino e Spinazzola davanti. Sarebbe un modo diverso di attaccare. Il Lecce potrebbe giocare con un giocatore su Lobotka e un attaccante che possa dar fastidio a entrambi i difensori. La forza del Lecce sono stati i calci piazzati con l’inserimento dei difensori. Krstovic ha grandi colpi un po’ alla Quagliarella, Tete Morente se dovesse rientrare sul piede forte avrebbe una bella conclusione che potrebbe essere un’insidia. Gli infortuni al soleo? Quando si parla di infortuni è sempre delicato, a volte può essere un approccio nuovo di lavoro. Erano abituati a lavorare in un certo modo, quest’anno c’è stata una metodologia diversa e un adattamento complesso. A volte può essere semplicemente il campo: per esempio, un campo particolarmente duro è il peggior nemico per il polpaccio. È una statistica che ho provato sulla mia pelle. Quando allenavo una squadra in Serie B, con una buona struttura, ci sono stati affaticamenti, lesioni, anche al soleo. Ci siamo confrontati con lo staff medico su quale potesse essere il problema. I ragazzi manifestavano, quindi, di un terreno di gioco un po’ duro. Abbiamo scelto di far venire il responsabile della Federazione e abbiamo scoperto che il nostro campo era tre volte più duro di quello che dovrebbe essere e quando lo abbiamo messo a posto non abbiamo più avuto problemi. Il campo particolarmente scivoloso, invece, può essere un pericolo per gli adduttori. Il problema è riconducibile allo staff quando ci sono tante ricadute, ma non credo sia il caso del Napoli”.